“I Soldati del Califfato in Yemen”: il nuovo video di IS – by Marco Lombardi

Il nodo yemenita si sta sciogliendo? Il video di 9,20 minuti pubblicato il 23 aprile 2015 da IS lancia formalmente la presenza di IS in Yemen. Non che già non fosse presente! Ma il titolo del video sottolinea la continuità progettuale del Califfato in coerenza con i suoi progetti di espansione.

Il video si intitola “Jund al-Khilafa fi Ard al-Yaman”, cioè i “soldati del Califfato in Yemen”. Non un nome nuovo, riprende quanto già avvenuto in Algeria con i “soldati del Califfato in Algeria” (Jund al-Khalifah fi Ard al-Jazayer ), il gruppo che si era subito confermato nella appartenenza a IS decapitando il francese Gourdel, che pertanto conferma la sistematicità e programmaticità dell’azione del Califfato.

Il video, breve e solo in arabo, ben confezionato, sullo stile registico di quello che mostra il martirio del pilota giordano bruciato vivo, propone una esercitazione nel deserto di 20 miliziani. Gli uomini mostrano piglio marziale, anche una certa competenza o stile, che dir si voglia, per esempio nel modo di impugnare anche la bandiera nelle ultime sequenze.

Il video è postato dalla Wilaya Sanaa, cioè dalla Provincia di Sanaa, secondo l’organizzazione territoriale del Califatto, e rivolge minacce agli sciiti Houti, a vendetta delle vittime sunnite:  “siamo venuti per sgozzarvi, con uomini assetati del vostro sangue per vendicare i sunniti e riprendere le terre che avete occupato”. Il comandante, in primo piano, si rivolge poi ai giovani islamisti perché si uniscano al Califfato, al quale loro hanno prestato giuramento di fedeltà nella persona di Abu Bakr al Baghdadi.

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Proprio due giorni fa, il ministro della difesa saudita aveva dichiarato che “successfully eliminated the threat to the security of Saudi Arabia” posto dai ribelli Houti, si poteva chiudere la missione “Operation Decisive Storm”, guidata da sauditi, insieme a giordani ed emirati. In realtà, i bombardamenti erano proseguiti. Ma la dichiarazione aveva permesso immediatamente alla Casa Bianca di auspicare un nuovo giro di negoziazioni, in un clima pacifico.

Dunque, appena formalmente se ne va la coalizione saudita, formalmente arriva il video del Califfato che comunica la continuazione della “medesima missione”, puntuale e preciso nel proporsi al cambio delle consegne.

IS ci ha insegnato che nulla è fatto a caso, che tutto si colloca in una regia mediatica che segue perfettamente un piano politico.

D’altra parte la storia ci insegna che le “sovrapposizioni” non sono mai state infrequenti e che gli stessi attori si sono spesso trovati contemporaneamente dalle due parti della barricata: a combattere IS da una parte e a sostenerlo dall’altra. Il disegno politico che traspare dietro a questo comunicato dei “Soldati del Califfato in Yemen” non sembra mettere chiarezza. O forse si? Visto che “conferma le ambiguità” di certi “alleati”?

Intanto la guerra, quella vera tra le componenti tutte musulmane, va avanti.

A noi resta… il terrorismo.