SPOTREP – Attaco a Parigi – by Emilio Palmieri

Venerdì 13 novembre 2015 passerà alla storia come “l’11 settembre” degli Stati Uniti d’Europa. L’attacco perpetrato ai danni di Parigi, capitale di uno dei paese fondamentali della Comunità Europea, da parte di un gruppo di militanti appartenenti alla galassia della violenza religiosamente motivata di matrice islamista è un atto di guerra a tutti gli effetti e contro tutti noi europei.Il presente SPOT REPORT – che è da considerarsi iniziale analisi dell’evento critico e quindi suscettibile di variazioni – si articola sui seguenti elementi essenziali di informazione:

COSA SAPPIAMO.

Aree obiettivo: l’area obiettivo Alfa fa riferimento al quartiere Saint Denis all’interno del quale è situato lo Stade de France; l’area obiettivo Bravo è individuabile nella porzione della città che fa riferimento alle zone del 10° e 11° arrondissement per quanto attiene ai 5 ristoranti/bar caffè ed al teatro Bataclan.

Il team: informazioni allo stato in fase si sviluppo riferiscono di una gruppo di fuoco composto da almeno 8 elementi accertati, suddivisi per sottoteam di attacco rispetto agli obiettivi selezionati, dall’apparente giovane età (sui venti anni), armati di armi automatiche (AK47 e shotgun) e bombe a mano, tutti dotati di suicide vest, con una elevata capacità di movimento e con un atteggiamento tattico particolarmente coordinato, indicatore di una pregressa formazione specialistica in ambiente urbano.

Target: l’attacco si è rivolto verso una duplicità di tipologie di obiettivi: un hard-target identificato nello Stade de France il cui obiettivo di opportunità è rappresentato da una parte dalla massa che si è recata a vedere la partita e dall’altra da un High Value Target-HVT ( Presidente della Repubblica Francese Hollande); sei soft-target rappresentati da bistrot, ristoranti ed un teatro – ove si stava tenendo un concerto – ai danni di passanti e frequentatori.

Tattiche tecniche e procedure: mentre per il primo obiettivo, data la natura, dimensioni e modalità di monitoraggio da parte delle forze di polizia, i militanti hanno optato per la tipologia dello strike diretto (due suicider e un IED), per gli altri target si è trattato di un attacco complesso dai seguenti attributi: sparatoria indiscriminata e raid (assalto con saturazione del target) effettuato in un orario compatibile con la massima affluenza (fattore sorpresa per massimizzazione degli effetti) diretto contro un target facilmente aggredibile ubicato in un luogo molto frequentato ma poco presidiato, con, per quanto attiene al teatro Bataclan, attuazione di un targeted-killing nei confronti dei frequentatori con momentanea evoluzione in hostage taking situation (strumentale alla selezione delle vittime); a fattor comune, operazione di tipo suicider atteso l’epilogo programmato (tutti gli assalitori erano dotati di bomb vest). Degno di nota: è la prima volta che tale modalità di attacco complesso viene attuata in Europa.

Esito: allo stato almeno 120 persone uccise, diverse centinaia feriti di cui almeno una ottantina di questi in gravi condizioni.

Risposta: le forze di sicurezza hanno reagito in modo: da un lato da limitare l’impatto degli effetti di secondo ordine (generazione di panico collettivo) degli strike allo Stadio, e dall’altro da neutralizzare gli assalitori – per mezzo di azioni dirette condotte sulle aree obiettivo – e liberare e soccorre le presone tenute in ostaggio.

Status della minaccia: alto, con possibilità di ulteriori manifestazioni anche in esito ad un processo imitativo/di attivazione etero-diretta.

Trend della minaccia: in plausibile incremento, essendo l’evento l’ultimo di uno stream di attacchi che si inseriscono in un più ampio pattern che ha visto, negli ultimi 10 giorni, l’esecuzione di altre due azioni risultanti in “mass casualties” quali l’abbattimento dell’Airbus, con a bordo 224 turisti russi, sui cieli del Sinai (31 ottobre) e l’attacco suicider nel quartiere sciita di Beirut (12 novembre).

COSA NON SAPPIAMO.

Affiliazione: nonostante le rivendicazioni che si stanno susseguendo sui vari social media nelle quali lo Stato Islamico reclama la paternità dell’azione, non è ancora chiaro chi sia il reale autore dell’attacco e le specifiche motivazioni del gesto.

Il processo di pianificazione: con riferimento all’aspetto più tattico, non è chiaro il processo di targeting seguito dal gruppo di fuoco. Mentre è plausibile che lo Stadio possa essere stato scelto anche in ragione del HVT presente, per quanto attiene ai soft target si può solo avanzare l’ipotesi che l’area obiettivo Bravo sia stata scelta per la libertà di movimento garantita dalla morfologia delle strade, dalle densità di target remunerativi (bar e ristoranti con alta affluenza/poca vigilanza) e per una location (il teatro Bataclan) facilmente saturabile, con alta presenza di frequentatori e su cui esercitare il massimo sforzo di fuoco.

COSA PENSIAMO.

Il modello “expeditionary”: se il team che ha eseguito l’azione, come sembra, non è di origine residenziale (seconde/terze generazioni e comunque cittadini francesi), l’evento è uno dei primi esempi di modello “expeditionary” efficacemente applicato in un attacco complesso in terra Europea, template operativo che è invece uno dei trademark del jihadismo militante nel MENA.

Open source warfare: in ogni caso, l’evento critico mette in evidenza come la guerra che stiamo combattendo sia caratterizzata, per quanto attiene al processo di “force generation”, da un bacino di potenziale reclutamento amplissimo rappresentato da chiunque si riconosca nelle linee programmatiche dello Stato Islamico.

Il dominio della terza dimensione: una delle esigenze operative che riteniamo debba essere approfondita è l’impiego dei droni (con funzione ISR – Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) anche in ambito domestico in luogo di assetti ad ala rotante (elicotteri) nel caso di manifestazioni di massa (come il caso della partita). Il sistema a guida remota consente una maggiore duttilità di impiego, permette di coprire più aree di interesse simultaneamente, consente una maggiore manovra/flessibilità di impiego in caso di spostamento/modifica dell’obiettivo sotto osservazione, consente una persistenza in termini di eyes(ed eventualmente ears)-on-target (da utilizzare anche per la copertura aera in caso di azione chirurgica da parte delle forze di sicurezza).

Il combat support: attesa la mole e tipologia di armi ed esplosivi utilizzati per l’attacco,l’individuazione e identificazione della rete di supporto dovrà essere tra i primi atti investigativi posti in essere dalle forze di sicurezza francesi. Attraverso lo sviluppo del network che ha prodotto l’attacco si potranno evidenziare quei “nodi” più periferici – e quindi ragionevolmente più facili da isolare e “exploitare” – che hanno contribuito al reperimento delle armi, del munizionamento, dell’esplosivo, dei mezzi di comunicazione ed alla verosimile attuazione delle attività ricognitive sui target.