La comunicazione di IS è sempre più strategica e ben condotta: di certo tra le miglia di combattenti occidentali di IS c’è qualcuno che si è formato nelle nostre università e nel Califfato non ha imbracciato l’AK47, ma utilizza gli strumenti per la post-produzione video.
E’ di ieri, 19 novembre, l’ultimo anello della catena.
Una delle major di IS, al-Hayat Media Center, ha lanciato via social un video di 7 minuti e 19 secondi intitolato “Cosa state aspettando” in cui sono protagonisti Abu Osama al-Faranci, Abu Maryam al-Faranci e Abu Salman al-Faranci: come si evince dal nome sono tre francesi che in lingua francese (ma con sottotioli in arabo e inglese) chiamano alla guerra giovani occidentali. “Ci sono a disposizione armi e automezzi e bersagli pronti per essere colpiti. C’è anche il veleno a disposizione, per avvelenare l’acqua e il cibo dei nemici di Allah. Uccideteli e sputagli in faccia e schiacciateli con le vostre automobili” proclama l’anchorman rivolgendosi ai giovani francesi.
In sé il video è interessante per il target che manifesta e la contaminazione simbolica che mostra, a cominciare dal perfetto eloquio francese, inquadrato tra un kalashnikov e una spada ricurva musulmana, utilizzato dal secondo di tre speaker (francofoni) che si succedono ordinatamente annunciati da un titolo personalizzato.
Un bell’impatto. Il messaggio è chiaro ed esplicito, riprende e rilancia una pratica che negli ultimi mesi è già stata utilizzata (“schiacciateli con le vostre automobili”) ne propone altre a cui da tempo il jihad sta mirando (l’uso del veleno per contaminare acqua e cibo). Soprattutto, si tratta di un pericoloso video virale che favorisce l’imitazione tra gli scontenti delle banlieu, che possono agire localmente, arruolandoli di fatto tra i lone wolf (i lupi solitari combattenti) che sono la minaccia maggiore alla quotidianità dell’Occidente.
Dunque il video si colloca nella strategia virale del reclutamento di IS ma si presenta in modo nuovo utilizzando gli stranieri come anchorman capaci di attrarre e bucare il video: stiamo assistendo a un rinnovamento delle strategie mediatiche di IS che si è avviato con Cantlie, confermato con Kassig ed è proseguito con “Cosa state aspettando”.
Nel sesto video di Cantlie, la serie di “documentari” condotti dal giornalista in mano al Califfato, questi si sveste della tuta di prigioniero di Guantanamo, mette i panni del reporter embedded e ci illustra la vita di Kobane con l’aiuto di un drone da ripresa. Un video di alta qualità che evita l’inquadratura statica a cui eravamo abituati, interrotta solo da alcuni inserti, per catapultarci dentro alla realtà combattente di IS nella città kurda utilizzando le argomentazioni puntuali che si insinuano nel fronte, non compatto, dei dubbi occidentali (su Cantlie si veda www.itstime.it del 30 settembre). Medesimo protagonista, medesimi obiettivi, medesime argomentazioni ma nuove prospettive comunicative: quanto di meglio per rilanciare l’interesse del pubblico.
Un altro cambio di prospettiva, l’altro giorno, con il raccapricciante video di oltre 15 minuti che rappresenta anche la decapitazione di Kassig: del povero americano si mostra le testa mozzata senza il cerimoniale della tuta da prigioniero di Guantanamo né discorsi, preceduto tuttavia da una lunga introduzione su IS e inframmezzato dalla decapitazione di un manipolo di militari siriani, operata da personale di IS in tuta mimetica, schierato in parata, con la partecipazione a viso scoperto di diversi combattenti stranieri (francesi e tedeschi). Si tratta di un video che mostra una regia accurata e una sceneggiatura disegnata ad hoc in cui nulla è lasciato al caso: parate, esecuzione ritmata, posizionamento delle teste sui cadaveri, etc. (su Kassig si veda www.itstime.it del 18 novembre). Anche in questo caso: medesimo soggetto, medesimi obiettivi, medesime argomentazioni ma nuove prospettive comunicative con coreografie da vecchi balli alla Fred Astaire, per il ricamo che esibiscono sul palcoscenico.
Infine l’oggi degli anchorman francesi: protagonisti individui, amici di scuola di scuola di qualcuno e conoscenti per altro, la porta accanto in TV, la “piazzetta” di IS. E una grande capacità a cogliere perfettamente l’attimo: il momento giusto, sul piano politico, per attaccare la Francia che nello stesso giorno decideva di aumentare il sostegno militare alla guerra contro IS; sul piano comunicativo, proponendo anchorman francesi, mentre tutto l’occidente sta lanciando mediaticamente la figura di questi combattenti che possono godere della fama che abbiamo loro dato, attraverso il racconto delle loro imprese.
Tempismo perfetto, come sempre.
Dunque, in poche settimane tre nuovi tagli mediatici innovano l’arguta campagna mediatica di IS, mostrano la consueta capacità del Califfato a cogliere il momento più adatto, il sentire del pubblico, le opportunità offerte dal contesto per lanciare un’offerta comunicativa che “buca lo schermo”. Sul piano comunicativo sono sempre più bravi.
PS: come di consueto, per scelta di ITSTIME, non pubblichiamo né linkiamo i video di IS di cui siamo in possesso.