Attacco a Monaco. Islamisti o nazi: che importa? – by Marco Lombardi

Attentato a Monaco. La situazione è ingarbugliata…ma fino a un certo punto.Ho cominciato a commentare per qualche TV nei primissimi minuti propendendo per l’attacco di Daesh. Le informazioni erano di un attentato da Lupo Solitario in centro commerciale, probabilmente con armi leggere. Un’imponente forza di polizia circondava il centro commerciale. Tutto questo di venerdì sera. L’orientamento è indubbiamente Daesh: purtroppo i venerdì sera tragici si stanno inanellando a seguito di una propaganda intensa e massiccia di aprile e maggio che insiste nel promuovere attacchi comunque e dovunque in Europa. Il modus operandi è compatibile, soprattutto quando si parla di un secondo attacco sempre a Monaco, con Daesh e osservando il comportamento della polizia, che attende a fare irruzione, ne abbiamo conferma: si è attivato il sistema di risposta previsto in questi casi – attacco terroristico in stile islamista – avendo poche informazioni dall’interno del centro commerciale e supponendo un hostage taking da parte di un gruppo armato anche con armi da guerra… si aspetta per non aumentare i danni.

Col passare delle ore il dubbio sulla matrice è tuttavia cresciuto: nel mio post FB alle 21:00 ricordavo il 22 luglio come anniversario del primo lustro dell’attacco di Breivik in Norvegia. Le nuove informazioni sembravano fare emergere una operazione condotta anche con armi lunghe, possibili colpi a distanza, e conclusa con il suicidio di uno degli attentatori. Uno stile “poco jihadista” Si aggiunga che in questi ultimi mesi in Germania l’allarme di attacchi della estrema destra verso immigrati e mussulmani è aumentato in maniera considerevole: il conflitto interetnico è di fatto esploso.

Dunque il quadro cambiava, senza portare a una soluzione interpretativa per la quale si dovrà aspettare.

MA… MA… alla fine non c’è molta differenza nel quadro della Guerra Ibrida in corso.

Perché alla faccia di politologi politically correct è in corso la Terza Guerra Mondiale, condotta con le strategie della Guerra Ibrida, in forma diffusa e delocalizzata.

In questo contesto la strategia di doppia radicalizzazione cercata da Daesh è efficace.

Da una parte, Daesh attrae con la propaganda individui che si radicalizzano per combattere per la causa del Califfato. Dall’altra Daesh spinge alla radicalizzazione gli avversasi di Daesh, perché si scateni un conflitto generalizzato contro l’Islam.

Bene venga, dunque,. Monaco indipendentemente dalle ragioni degli autori che lo hanno scatenato. E poi, in fin dei conti, una “appropriazione indebita” sul piano comunicativo, da parte di Daesh sull’evento è sempre possibile.

Infatti, che l’attacco sia stato portato da una lupo solitario islamista piuttosto che da un radicale nazista: è tutta acqua al mulino di Daesh, che vuole estremizzare il conflitto, portarlo all’Armageddon di Dabiq.

Con calma ne capiremo autori e ragioni.

Monaco è un segno dopo Nizza, Daqqa, Istanbul, Parigi e via di seguito: la Guerra Ibrida che declina il format della Terza Guerra Mondiale è in corso.

La massima vulnerabilità è conseguente la scarsa consapevolezza della governance europea, continentale e statuale, della situazione, supportata da pseudo analisi politically correct compiacenti.