Correlation Is Not Causation: Wagner e migranti come attori della guerra cognitiva – by Giulia Porrino

Nella giornata di lunedì il Ministro della Difesa Guido Crosetto e il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani hanno denunciato la presenza della PMC Wagner dietro l’aumento degli sbarchi sulle coste italiane, triplicati rispetto allo stesso periodo nel 2022. Secondo i Ministri si tratta di una strategia di guerra cognitiva che i mercenari russi stanno attuando per destabilizzare l’Europa. Non si è fatta attendere la risposta di Prigozhin (su Telegram), che ha negato di essere al corrente di quanto sta accadendo.

Tale “schermaglia mediatica” può essere inquadrata come un’operazione condotta all’interno di un campo di battaglia cognitivo. In altre parole, si tratta di un insieme di azioni volte a ridefinire e influenzare l’opinione pubblica tramite l’utilizzo dei social media. Caratteristiche di queste operazioni sono la delocalizzazione degli effetti, la pervasività delle azioni e la massima diffusione mediatica.


Se è vero che le compagnie militari private come la Wagner sono state storicamente utilizzate per alimentare l’incertezza anche in Stati democratici, analizzando la situazione attuale e considerando le prime dieci nazionalità dichiarate dai migranti al momento dello sbarco[1] rispetto ai territori dove la compagnia Wagner è presente, sembra emergere un riscontro in Mali, Burkina Faso, Congo e Camerun (vedi mappa 1).

Mappa 1: mappa realizzata incrociando i dati sulla presenza Wagner e i Paesi di partenza dei migranti.

Seppure possa sorgere spontaneo attribuire i flussi migratori alle azioni della PMC Wagner, questo non giustifica pienamente l’elevato numero di migranti provenienti dagli altri stati di origine. Se la Wagner costituisse il principale motive di migrazione, dovremmo riscontrare maggiori flussi migratori provenienti anche dagli altri Paesi africani in cui si registra la presenza dei mercenari russi. Considerando le situazioni di crisi in cui versano gli Stati da cui provengono i migranti, la Wagner costituisce un fattore di destabilizzazione secondario rispetto ad altri elementi critici radicati nella storia di queste Nazioni. Infatti, in Paesi come Mali e Burkina Faso è radicata la presenza di organizzazioni terroristiche connesse ad Al Qaeda (e.g., AQIM) e Daesh (e.g., ISWAP, ISCAP, Wilayah Sahel) che destabilizza ampiamente la struttura dei Paesi da diversi anni, estendendosi alla fascia del Sahel.

Nonostante al momento non vi siano evidenze a supporto dell’ipotesi secondo cui la PMC Wagner rappresenti un fattore determinante per i flussi migratori, sarà interessante osservare come dal punto di vista cognitivo la relazione Wagner-migranti impatterà sulla sfera sociale italiana ed europea.

[1] https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2023-03/cruscotto_statistico_giornaliero_13-03-2023.pdf