Hanau – estrema destra: Germania sotto attacco? – by Barbara Lucini

L’attacco in Germania a Hanau, Assia, operato da parte di Tobias Rathjen, 43 anni, che ha ucciso 9 persone presenti in vari punti “shisha bar” della città, sua madre e poi si è suicidato, ci mostra ancora una volta quanto la problematica dell’estremismo, che qui sembra connettersi allo stampo di destra, sia sottovalutata.

L’evento è molto complesso, anche per le possibili interpretazioni che apre:

  • l’età dell’attentatore fa decadere ancora una volta, l’idea collettiva che gli estremisti per la maggior parte siano giovani. Ricerche e studi internazionali, soprattutto nel campo dell’estremismo di destra, mostrano invece che la soglia dell’età è ben più alta di quanto si continui a credere;
  • l’odio verso appartenenti alla comunità turca e curda non è un atteggiamento purtroppo nuovo in Germania e, negli ultimi anni, la questione si è andata via via intensificandosi, anche a seguito delle linee politiche federali in materia di politica estera e per l’appunto dei rapporti fra Germania e la Turchia durante e dopo la gestione della cosiddetta crisi migratoria del 2015;
  • nello stile che oramai ci hanno abituati altri atti di questa tipologia, esistono due testamenti culturali: una video – confessione e un manifesto. Da una prospettiva interpretativa entrambi sono utili e validi per l’analisi dell’evento, ma il manifesto in particolare si concentra su alcune riflessioni circa l’attuale società molto interessanti, ricordandoci forse in modo crudo ma veritiero, che alla fine gli uomini con le loro azioni sono i prodotti culturali della società nella quale vivono. Società molto criticata da Tobias, dove la differenza di appartenenza fra un gruppo etnico originario e uno “importato” viene sottolineata più volte, senza dimenticare comunque l’influenza che il contesto sociale e culturale tedesco gioca nella definizione dell’attuale situazione in Germania. Alla fine, anche la locomotiva d’Europa sta mostrando dei punti importanti di criticità e vulnerabilità, che si situano nelle pieghe di una importante disuguaglianza socio – economica e di conflitti urbani sempre più crescenti. Sebbene questa sia la linea da lui sostenuta, non manca di riferirsi anche altre categorie prese come target, quali per esempio le donne. A questo proposito, un riferimento potrebbe fare propendere per una personalità Incel – involuntary celibates: “I come back to the conversation with my colleague from banking, which of course also dealt with the topic of “women”. In advance, I have to say that I had never had a girlfriend up to this point, because I only liked very few of the “exterior” and I had particularly high demands.” Torna quindi la multidimensionalità tematica degli obiettivi, che non risultano essere solo confinati a minoranza etniche, ma considera anche altre categorie e gruppi sociali;
  • la mediatizzazione dell’evento è stata sottotono, esattamente nello stile al quale ci hanno oramai abituato molti media per la narrazione di eventi simili. Il principio che si vuole applicare è quello della classica teoria della spirale del silenzio, pensando e forse sperando, che meno si parla di un simile atto più si riesce a controllare i suoi effetti nel pubblico e a farlo ricadere in una fase di dimenticanza e silenzio;
  • effetti invece spesso di supporto e sostegno, si sono espressi in chat di gruppi non solo di estrema destra e postati sotto i frame dei video riportati. Sono pensieri in particolare a favore della difesa dei valori e delle identità culturali nazionali, ma anche di sconcerto circa la situazione di (in) sicurezza e conflitto urbano, che fanno di alcune zone a forte presenza etnica, un coacervo di battlefield ordinario e senza pretese, come gli attacchi con coltello hanno dimostrato;
  • il tema “America” è espresso secondo due prospettive: la prima come analisi di un Paese che presenta eventi e situazioni che lui stesso afferma di avere previsto, come lo slogan della campagna elettorale di Trump o la trama di molti film di Hollywood. La seconda prospettiva è un attacco al sistema di intelligence del Paese e al pensiero di essere inserito in un sistema più grande che gli fa sostenere: “Ich weiß, dass ich von einem Geheimdienst überwacht werde“ ovvero “so di essere sotto il monitoraggio di un’agenzia di intelligence”;
  • “svegliatevi e attaccate” è un’altra affermazione dell’omicida che fa ben emergere una potenziale rete di appoggio, che vuole sostenere e diffondere
  • un altro bias nella comprensione di tali eventi, è quella di non ricercare molto spesso la loro rete di sviluppo o meglio di E’ vero che per la maggior parte dei casi si tratta di azioni da parte di individui singoli, ma la struttura alla quale gli appartenenti si auto – dichiarano di appartenere, non ricalca l’immagine reticolare che abbiamo per lo più identificato in altre forme di estremismo. Qui, l’organizzazione non è vincolante o strutturata e agisce sui livelli di attivazione dei singoli, lavorando quindi in modalità back office e favorendo un modello circolare di rapporti orizzontali, fondati sull’adesione a idee simili.

Da questo tragico fatto emergono molti spunti di riflessione, che necessitano di approfondite analisi, senza quindi definire l’atto come quello prodotto da un “matto”.

Al momento conosciamo solo la punta dell’iceberg di un fenomeno sempre più attuale e presente nelle nostre società, che plasmerà le future strategie di sicurezza, comunicazione e convivenza.

Ciò in particolare è ancora più vero, se si riuscirà a comprendere che siamo in presenza della fine delle grandi ideologie, che hanno caratterizzato e segnato il secolo breve, attraverso le cui lenti ancora oggi interpretiamo in modo anacronistico, fatti che rimandano ad altre visioni e culture.

Un bias interpretativo, che mancando di considerare il cambiamento del contesto storico, sociale e politico potrà determinare il fallimento per la ricerca di una maggiore stabilità sociale.