La negoziazione operativa in contesti di crisi – by Giacomo Buoncompagni

Il 12 agosto 2020 un uomo è stato arrestato nel Duomo di Milano dopo aver preso in ostaggio una guardia giurata sotto minaccia di un coltello. Stando a quanto comunicato dalla Polizia, l’arrestato è un cittadino straniero.Dopo un’opera di mediazione di un funzionario della Questura, il soggetto è stato disarmato e bloccato, senza necessità di ricorrere all’uso di armi da fuoco. Al momento sono in corso accertamenti sulla persona e sulle motivazioni del gesto.

Quanto brevemente descritto rientra nei casi di quella che viene definita “negoziazione operativa”, un metodo di intervento nei casi di reati nei quali siano presenti ostaggi, mediante l’intervento di figure specializzate a trattare la liberazione degli stessi.

La negoziazione è considerata come un processo di interazione in cui due o più parti cercano di accordarsi su un risultato reciprocamente accettabile in una situazione di conflitto tra interessi, nella forma di relazione tra due o più soggetti sociali con lo scopo di raggiungere un determinato accordo e obiettivo.

Quindi un’efficace comunicazione è anche in questo caso fondamentale per salvare vite umane.

Nella condizione specifica di sequestro di ostaggi da parte di un terzo, parliamo di negoziazione operativa, strategica, dove la comunicazione e l’ascolto diventano strumenti strategici per tutelare l’individuo sequestrato e per prendere tempo affinché la situazione di crisi si risolva al meglio.

Per comprendere un incidente con presa di ostaggi, è di dovere conoscere quali tipologie di persone compiano tali gesti. Gli esperti in materia si concentrano prevalentemente sulle motivazioni del sequestratore: una classificazione completa ed interessante è quella di Call (2003) che propone sei categorie di sequestratori:

  • -emotivamente disturbati
  • -estremisti politici
  • -fanatici religiosi
  • -criminali
  • -carcerati
  • -categoria di combinazione

Generalmente si suggerisce, nelle prime fasi dell’evento, di raggruppare i sequestratori in tre tipologie distinte: criminale, politica e psicologica, perché a seconda del tipo di sequestratore con cui il negoziatore entra in contatto occorre usare strategie di negoziazione specifiche.

Goldaber (1979) ha compilato una tabella particolarmente utile agli ufficiali delle forze di polizia, che, con un linguaggio semplice, riassume specifiche informazioni sui nove sottogruppi di sequestratori, in relazione al “chi”, “cosa”, “quando”, “dove”, “perché” e “come”.

Come evidente da queste note introduttive, il negoziatore deve essere preparato per affrontare tali situazioni: egli è una persona diversa da quella che ha il potere di decidere e attraverso il linguaggio e la comunicazione strategica deve guadagnare tempo: lo scopo è salvare prima di tutto il sequestrato.

Il suo è un ruolo critico perché spesso rappresenta l’alternativa all’intervento armato.

Tra le varie competenze, lo specialista della negoziazione conosce la scienza della persuasione, per stabilire e mantenere un contatto con il sequestratore; è capace di valutare le dinamiche comportamentali, così da percepire ogni segnale gli giunga dal sequestratore; è in grado di effettuare velocemente un’analisi dei rischi, per orientare le risposte adeguatamente. Si tratta di un mix di competenze sociali e comunicative, intese come insieme di quelle capacità che servono per mettersi in relazione con gli altri in modo utile ed efficace, comprendere l’altro e attivare il self-control: un insieme di soft skill che fanno parte del bagaglio professionale.

Negoziare, dunque, significa capacità utilizzare tutti i “tasti” del complesso strumento processo della comunicazione per raggiungere una forma di empatia relazionale, intesa come la capacità di sentire e pensare l’altro come parte imprescindibile del rapporto, capirne il ruolo e lo spazio occupato.

Per quanto riguarda l’Italia sono stati istituite “forze speciali” che vedono al proprio interno figure professionali esperte nella negoziazione, ad esempio nei GIS dell’Arma dei Carabinieri. Lo strumento della negoziazione, nella Polizia di Stato in Italia, ad esempio, è talvolta usata nella gestione dell’ordine pubblico, come manifestazioni e grandi eventi in cui sono presenti personalità pubbliche politiche o religiose, ma emerge sempre più l’esigenza di una formazione aggiornata, continua e sistematizzata. E soprattutto diffusa a diversi livelli operativi.

Bibliografia:

Call J. (2003), Negotiation crises: the evolution of hostage/barricade crisis, Journal of Threat Assessment, Taylor&Francis.

Goldaber I. (1979), A Tipology of Hostage-Takers, The Police Chief 46, pp.21-13.

Dalfonzo V. (2002), National Crisis Negotiation Course, FBI Academy, Quantico, Virginia.

Link: https://tg24.sky.it/milano/2020/08/13/ostaggio-duomo-milano .