Le forze della guerriglia anti regime in Myanmar (parte 2) – by Andrea Castronovo

Intelligence e individuazione dei target militari – Analizzando l’operato di un gruppo di guerriglia urbana a Yangon è emerso come una delle strategie per la raccolta di informazioni, con l’obiettivo di identificare i target delle operazioni, si basi sul network di conoscenze intracomunitarie dei membri della resistenza nei diversi quartieri.  Solitamente, i gruppi di una specifica zona della città sono in grado di individuare sia le persone che lavorano per la giunta sia le persone collegate al partito politico nazionale affiliato ai militari, l’Union Solidarity and Development Party (USDP). Una volta identificato il target, vengono inviate le informazioni ai membri di un secondo gruppo di guerriglia urbana stanziato in un altro quartiere, così da non essere riconosciuti durante lo svolgimento dell’operazione.  Gli attacchi vengono eseguiti da gruppi di due o tre persone, solitamente in moto, muniti di coltelli, armi di piccolo calibro, oppure IED. Come emerso in molteplici dichiarazioni rilasciate direttamente dai membri della resistenza armata, prima di uccidere gli informatori di quartiere, i gruppi mandano ripetuti segnali di avvertimento, tramite lettere intimidatorie o esplosioni nei pressi degli uffici, invitando il personale che lavora per il regime a dimettersi[1].

Nonostante i gruppi di guerriglia urbana operino all’interno di un sistema di regole opaco, anch’essi sono sottoposti al codice di condotta redatto del NUG per le forze rivoluzionarie di tutto il Myanmar. Risulta rilevante sottolineare che in diverse occasioni, il NUG ha annunciato l’avvio di indagini interne a specifiche organizzazioni armate anti-regime per dei casi sospetti di violazione del codice di condotta, legati principalmente all’uccisione, involontaria oppure causata da una errata intelligence, di civili.

Missioni

Dal 7 settembre 2021, data dell’annuncio ufficiale da parte del Governo democratico, il NUG, dell’inizio della guerra di difesa del popolo, sono state annunciate molteplici operazioni militari che hanno coinvolto la guerriglia urbana, specialmente a Yangon.

L’Operazione Pyan Hlwar Aung, “Rondine Vittoriosa”, durata sette mesi, è stata caratterizzata da 443 attacchi ad obiettivi amministrativi, 587 attacchi a postazioni militari e della polizia e 98 attacchi ad aziende di proprietà dei militari. Secondo i dati rilasciate dal Ministro della Difesa del NUG, le operazioni hanno portato all’uccisione di 253 persone, tra cui uno degli omicidi di più alto profilo dall’inizio del golpe, il Maggiore Kaday Phyo Aung, funzionario del regime, addestrato in Russia, e quasi 300 feriti[2].

Successivamente, dall’8 aprile 2022, è iniziata l’Operazione Nan Htike Aung, “Degni del Trono”, anch’essa focalizzata su attacchi alle forze di sicurezza, alle aziende vicine al regime e agli informatori militari. Secondo i dati rilasciati dal governo democratico, nei primi sei mesi sono state condotte 220 missioni, 137 delle quali nella regione di Yangon, causando 125 morti e oltre 140 feriti.[3]

Contromisure del regime militare

È evidente come le operazioni di guerriglia urbana siano drasticamente diminuite nell’ultimo anno. Le cause devono essere ricercate in molteplici fattori, tra cui: l’acquisizione, da parte della giunta, di informazioni sensibili riguardanti numerosi gruppi armati, ottenute durante le frequenti torture ai membri della resistenza detenuti nelle carceri; le difficoltà finanziarie, dettate dalla crescente pericolosità nel sostenere la guerriglia, frequenti sono i casi di arresti e torture ai sostenitori; e infine, dalla drastica diminuzione dei luoghi sicuri, “safe houses”, dove i membri della guerriglia possano alloggiare. Tuttavia, è l’implementazione di una serie di contromisure da parte dell’esercito e della polizia che ha portato all’attuale declino delle attività di guerriglia urbana.

Un elemento rilevante introdotto di recente dal regime riguarda l’installazione di telecamere di sicurezza a riconoscimento facciale. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, i sistemi di sorveglianza sono stati venduti da tre aziende cinesi: Zhejiang Dahua Technology (Dahua), Huawei Technologies Co Ltd e Hikvision. Come dichiarato da Phil Robertson, vicedirettore per l’Asia di Human Rights Watch: “Le telecamere di sorveglianza rappresentano un grave rischio per gli attivisti democratici (del Myanmar) perché i militari e la polizia possono usarle per tracciare i loro movimenti, capire i legami tra gli attivisti, identificare le case sicure e altri luoghi di ritrovo, riconoscere e intercettare le auto e le moto usate dagli attivisti”[4].

I canali Telegram pro-regime rappresentano un secondo strumento altamente efficace utilizzato per combattere i gruppi di guerriglia e i loro sostenitori. All’interno di numerosi canali, come Han Nyein Oo, Kyaw Swar e Thazin Oo, vengono quotidianamente condivise le informazioni personali, i volti e gli indirizzi dei presunti membri della resistenza. In numerosi casi, le speculazioni hanno portato ad operazioni delle forze di sicurezza contro attivisti, insegnati, e poliziotti, sospettati di avere un collegamento con la resistenza[5].

Anche se in una condizione di profonda difficoltà, le forze anti-regime continuano ad operare in città. Come dichiarato da Saya Kyaung, un membro del gruppo God’s Hand Forces di Yangon, i gruppi di guerriglia urbana non hanno la capacità di sconfiggere il regime militare. Tuttavia, la loro presenza ha l’obiettivo di dimostrate alla popolazione che la giunta non ha il pieno controllo delle città. “Stiamo facendo questo per alimentare questa piccola fiamma il più a lungo possibile prima che arrivi la grande fiamma”[6].

La grande fiamma, a cui fa riferimento Saya Kyaung, arriverà dai territori di frontiera e dalle zone rurali, dove nell’arco degli ultimi due anni si sono formate diverse centinaia di organizzazioni armate anti-regime, chiamate con gli acronimi PDF e LDF, in molti casi composte da migliaia di membri. Profondamente diverse dai gruppi presenti in città, le forze di guerriglia rurali e peri-urbane hanno sviluppato delle capacità strategico-militari tali da riuscire ad attaccare target sensibili come aeroporti, stazioni di polizia, postazioni militari, e snodi commerciali rilevanti.

[1] Articoli che indicano gli avvertimenti dei gruppi rivoluzionari nei confronti degli informatori militari: https://mizzima.com/article/female-pdf-fighter-assassinate-ward-administrator-magwe-region; https://myanmar-now.org/en/news/ward-administrator-in-hlaing-tharyar-shot-dead

[2] Myanmar’s Civilian Government Claims 1,128 Attacks in Yangon, “The Irrawaddy”, 8 aprile 2022, https://www.irrawaddy.com/news/burma/myanmars-civilian-government-claims-1128-attacks-in-yangon.html

[3] https://mizzima.com/article/220-nan-htike-aung-attacks-kill-227-junta-personnel-yangon-and-southern-myanmar

[4] Fanny Potkin, Exclusive: Myanmar’s junta rolls out Chinese camera surveillance systems in more cities, “Reuters”, 11 luglio 2022, https://www.reuters.com/world/asia-pacific/exclusive-myanmars-junta-rolls-out-chinese-camera-surveillance-systems-more-2022-07-10/

[5] Advox, How military supporters are using Telegram channels to suppress dissent in Myanmar, “Global Voices”, 30 gennaio 2023, https://globalvoices.org/2023/01/30/how-military-supporters-are-using-telegram-channels-to-suppress-dissent-in-myanmar/

[6] ‘This small flame’: Hunted and cash-strapped Yangon guerrillas vow to continue struggle, “Frontier”, 29 novembre 2022, https://www.frontiermyanmar.net/en/this-small-flame-hunted-and-cash-strapped-yangon-guerrillas-vow-to-continue-struggle/