Relazione presentata a International Workshop “The Iraq Stabilization, Reconciliation, Institution-Building and the Regional Scenario”, Landau Network , Como, 4-5 November 2005 – In the aftermath of the war, the occupiers focused on immediate tasks, such as ensuring order, providing relief to the long-suffering Iraqi people, and asserting control over the country. Very quickly, however – even before they have met these goals – they had to answer another pressing question: How, exactly, should they go about rebuilding the country?
Saying simply that postwar Iraq should be democratic is the easy part.
The more difficult question will be how to make it happen.
Iraq, ora aleggia lo spettro della guerra di religione – by Marco Lombardi
Quanto accaduto domenica 1° agosto, gli attacchi alle chiese cristiane in Iraq, deve preoccupare molto. Se ancora di preoccupazione “ne avanza” per la situazione irakena. Storicamente in Iraq si è sempre registrata una compresenza di confessioni per cui, tra la stragrande maggioranza islamica, circa il 3% della popolazione si professava cristiano. Una fede non sempre facile da testimoniare, da parte di cattolici, soprattutto caldei, ortodossi, protestanti e nestoriani, ma sicuramente non in guerra con le altre fedi.
Nazione Unite, Iraq e Resto del Mondo – by Marco Lombardi
Oggi a Baghdad il terrorismo ha ammazzato oltre 40 cittadini iraqeni in coda per arruolarsi nel nuovo esercito del Paese: giovani che – lo abbiamo sentito nelle dichiarazioni – sono orgogliosi di servire l’Iraq nel cammino per un futuro migliore. Oggi al Palazzo di Vetro, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, durante una conferenza stampa, dichiara che è «Ovviamente molto preoccupato per la situazione sul terreno in Iraq. Sono grato al Consiglio di sicurezza per avere inserito (nella risoluzione) che potremo andare quando “le circostanze lo permetteranno”…a tutt’oggi le circostanze non lo consentono e stiamo valutando la situazione con grandissima attenzione».
Nuove richieste per gli ostaggi – by Marco Lombardi
Un rilancio nella questione degli ostaggi era prevedibile: a meno che, dietro alla plateale richiesta di manifestazioni contro la guerra e il governo italiano, non fossero in corso altri risolutivi processi di negoziazione con chi detiene gli ostaggi. Ciò che merita attenzione è la richiesta di intervento per la liberazione di prigionieri iraqeni detenuti in Kurdistan. Ero in Kurdistan alcuni mesi fa, a Sulaimani ho incontrato Sarkut Hassan Jalal, capo della sicurezza, e il primo ministro kurdo.
Terroristi e terrorismi. Nella prigione di Sulaimani due membri di Ansar al Islam si raccontano – by Marco Lombardi
Le interviste sono state realizzate nell’estate 2003 dal prof. Marco Lombardi durante una missione esplorativa in Kurdistan che ha prodotto un progetto DEEP di intervento in collaborazione con l’università di Sulaimani per il rafforzamento delle strutture democratiche irakene.
Il dopo Madrid, tra paura e voglia di normalità – Intervista a Marco Lombardi
Punto a capo. A una settimana dall’attentato a Madrid si cerca di voltare pagina e tornare alla normalità, ma i ricordi affaticano l’intenzione. Il pianto dei bambini rimasti orfani all’asilo, la voce dell’impiegata impressa sulla segreteria dell’ufficio, le grida dei passeggeri dei convogli colpiti sono ancora troppo forti. Nelle orecchie rimbomba il rumore di una strage che, pur senza immagini, rimanda all’attentato al World Trade Center. «Nulla sarà più come prima», era l’ossessione del dopo undici settembre. Qualcosa dopo l’undici marzo è gia cambiato e il timore che la serenità sia difficile da riconquistare è fondato.
Atocha, Madrid: chi è stato? – by Marco Lombardi
La risposta alla domanda chiave è, per il momento, estremamente difficile. Il propendere per la pista dell’Eta piuttosto che di Al Qaeda ha riflessi importanti: nel primo caso, la conferma della presenza di un forte terrorismo interno avrebbe effetti di politica interna con un probabile rinforzo del Partito popolare nelle imminenti elezioni ma soprattutto “rassicurerebbe” l’Europa.
Iraq: strage della Costituzione – by Marco Lombardi
Come al solito, allo scoccare di un appuntamento importante religioso e civile, il terrorismo colpisce duramente in Iraq. Ieri, primo marzo, ha sterminato una gran numero di sciiti a Baghdad, a Kerbala e in Pakistan.
Ansar al Islam – by Marco Lombardi per Limes 1/2004
Fino agli ultimi mesi del 2003 si poteva considerare Ansar Al Islam come un gruppo terrorista del fondamentalismo islamico relativamente poco conosciuto dal grande pubblico. Infatti, sono stati soprattutto gli arresti effettuati a Milano nel novembre di quell’anno a rivelare le connessioni tra una diffusa rete di reclutatori operativa nel nostro Paese e, appunto, Ansar Al Islam operativo, almeno per tradizione, nel Kurdistan iraqeno.
Kamikaze a Erbil. Un festa del sacrifico drammatica – by Marco Lombardi
I fatti di questa prima domenica di febbraio 2004 sono chiari: praticamente in contemporanea due kamikaze si fanno esplodere nelle sedi del PUK e del PDJ a Erbil, Kurdistan. Il generale americano Mark Kimmitt parla di oltre 200 feriti. Mohammad Ihsan, ministro per i diritti umani nel governo regionale kurdo parla di circa 150 morti, 60 nella sede del PUK e 80 nella sede del PDK. Continue reading
Un futuro per il Kurdistan – by Marco Lombardi
Il commento che segue si basa sulle interviste raccolte durante la missione di studio in Iraq svolta tra l’agosto e il settembre 2003. Partita da Amman per Baghdad, la missione si è concentrata tra le città di Erbil, Kirkuk e Sulaimani, permettendo ampi movimenti nell’area controllata dal Partito dell’Unione Kurda (PUK) fino ai confini con l’Iran. Tra le numerose interviste quelle più significative rispetto al tema qui trattato e a cui farò ampio riferimento nel seguito, sono state raccolte in colloqui privati con Barham Salih primo ministro del PUK; Narmin Othman, ex ministro dell’istruzione; Sherko Bekas, ex ministro della cultura e noto poeta; Hikmat Mohammad Karim “Baxtiar”, responsabile dell’unione sindacale kurda; Rizgar Ali, responsabile del PUK a Kirkuk. Ulteriori informazioni sono state raccolte durante una missione in Iran nel gennaio 2004, presso l’Institute for Political International Studies e il Centre for Strategic Research.
Irak, non arrendersi al terrorismo: la cattura di Saddam – by Marco Lombardi
La recente cattura di Saddam Hussein – le condizioni in cui è stato ritrovato – conferma quanto abbiamo sostenuto negli interventi precedenti: non c’è guerriglia pro-Saddam né tantomeno coordinata dal Rais. Saddam è stato ritrovato in una sorta di bunker miserabile a Tikrit, per una soffiata di familiari, molto probabilmente con il supporto determinante dei pshmerga kurdi, che così sommano nuovi crediti da spendere nel futuro assetto dell’Irak.