La morte di Al-Baghdadi: prime considerazioni – by Marco Lombardi

Questa mattina gli americani ci informano della morte del leader di Daesh, Al-Baghdadi.  Il Califfo si sarebbe fatto saltare in aria attivando la cintura da suicida che portava, morendo insieme a un paio di mogli quando scovato dalla operazione delle forze speciali del Delta Team americano. In totale 9 morti durante l’assalto al compound dove si trovava a Barisha, in provincia di Idlib, a 5 chilometri dal confine turco.

Per ora queste le informazioni, da cui alcune prime considerazioni

  1. Al-Baghdadi ha sempre sorpreso con le sue apparizioni e comunicazioni: non è mai stato un presenzialista televisivo e le sue comparsate sono sporadiche. Ma sempre puntuali sono servite a testimoniare la sua esistenza in vita, a riaffermare la sua leadership, a ridare spirito e consistenza al richiamo del jihad, che ritrovava la sua struttura organizzativa in un sistema organizzato di commando dentro allo Stato Islamico. Anche la sua morte, per quanto se ne sa finora, rispecchio questa strategia comunicativa di eccezionalità dell’evento comunicativo: non per il fatto che il Califfo sia morto ma per il fatto che si sia fatto saltare, come un martire. Questo significa organizzazione dello spettacolo della propria morte, che resta in mano al Califfo e non agli incursori. L’autodeterminazione della morte del Califfo conferma sia la strategia di sopravvivenza del Califfato di reshaping and adaptingsia la costante accurata mediatizzazione di ogni evento del Califfato. Certo, questa interpretazione parte dal presupposto di verità rispetto alle dichiarazioni americane, quindi finora discutibile come l’intera operazione di cui si sa poco, ma coerente con la mediatizzazione della figura del Califfo. E in ogni caso: come per Osama Bin Laden si potrà solo credere a una versione o a un’altra, senza prove materiali oggettive.
  2. L’Operazione del Delta Team sembra fosse autorizzata da una settimana e è avvenuta nella provincia di Idlib, là dove da sempre turchi, terroristi jihadisti e altre forze siriane di opposizione si incontrano. Non solo: il raid è a 5 chilometri di confine, quel confine inesistente – neppure poroso come si usa dire – che caratterizza l’area. L’idea dello scambio sulla pelle di Al-Baghdadi, tra i player maggior del conflitto ibrido siriano, emerge mettendo in relazione gli innegabili successi che nel giro di 10 giorni turchi, americani e, in parte, anche russi ottengono. Seppure uno “scacco” verso quest’ultimi, essendo avvenuta in un’area sotto loro controllo.  D’altra parte, con la morte del Califfo la guerra siriana al terrorismo per l’America è formalmente conclusa e il “tutti a casa” acquista un senso e un sapore diverso: ora si può dire “missione compiuta”. In pratica, solo vantaggi per i tre maggiori stakeholder, anche se si affanneranno a dichiarare la “nessuna collaborazione” sulla operazione.
  3. La morte di al Baghdadi non ha nulla a che fare con la morte del terrorismo jihadista, ma si inserisce nella ristrutturazione di Daesh quel “reshaping and adapting” di cui Itstime parla da circa un anno. Una riorganizzazione cominciata dopo l’attacco di Barcellona, accelerata dopo la caduta di Baghouz, che si è evidenziata nella riorganizzazione della comunicazione istituzionale e spontanea del Califfato e nella ristrutturazione nel nuovo Califfato decentrato, promossa con la frammentazione delle wilaya, dando vita alle nuove province. In tale prospettiva, questa morte di Al-Baghdadi rinforza le ragioni di appartenenza al Daesh da parte dei membri dispersi che trovano nuove motivazioni per il jihad e accelera la riorganizzazione del terrorismo islamista verso una dimensione ancora più flessibile, adattiva e opportunista, più difficile da prevedere nei suoi prossimi attacchi.

 

Per approfondire la trasformazione del Califfato si può leggere:

https://www.itstime.it/w/remain-and-reshaping-iss-second-generation-by-daniele-plebani/

https://www.itstime.it/w/africa-centrale-verso-la-black-belt-road-jihadista-by-marco-lombardi/

https://www.itstime.it/w/verso-un-nuovo-stato-islamico-la-recente-riorganizzazione-del-califfato-in-tre-direttrici-by-daniele-plebani/