Verso lo Spazio – by Beatrice Cascone

Siamo consapevoli di quanto lo spazio incida sulla nostra vita quotidiana? Cosa succederebbe se non potessimo più utilizzare i servizi di navigazione come l’app mappe all’interno dei nostri telefoni?

Il semplice click sui nostri smartphone non sarebbe possibile senza le diverse applicazioni di navigazione satellitare, strumenti comuni utilizzati per i nostri spostamenti e, per la maggior parte di noi, indispensabili.

Tuttavia, lo spazio non è fondamentale soltanto per le persone, ma rappresenta anche un dominio cruciale per gli Stati: un terreno di competizione. Questa, però, non riguarda solo i rapporti tra rivali sistemici e blocchi contrapposti, ma incide anche nelle relazioni tra alleati. Emblematica, a questo proposito, è la navigazione satellitare: se in origine c’era solo il GPS, sistema americano, dal 2016 è attivo anche il sistema Galileo dell’Unione Europea.

Il sistema GPS (Global Positioning System) non venne concepito con l’intenzione di agevolare la navigazione civile all’interno del globo. Venne, infatti, sviluppato nel 1973 in piena guerra fredda su commissione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Nello stesso periodo anche l’Unione Sovietica aveva cominciato a sviluppare un sistema di navigazione basato sull’utilizzo di dati satellitari.

La ragione che condusse all’adozione del GPS era quella di disporre di un sistema che garantisse il calcolo della posizione delle unità militari in maniera continuativa, con copertura globale e con la massima precisione disponibile. Lo scopo ultimo sarebbe poi stato quello di consentire l’impiego di armi in grado di colpire obiettivi anche a lunghissime distanze e riducendo i cosiddetti danni collaterali. Appare dunque chiaro come il GPS fosse stato esclusivamente concepito per usi militari mentre non era contemplato un utilizzo a fini civili. 

Nel 1991, infine, gli USA consentirono l’utilizzo del servizio anche per usi civili, ma con una precisione minore rispetto a quello riservato all’uso militare. All’origine dell’apertura vi fu il tragico evento del 1° settembre 1983: l’abbattimento di un aereo di linea sudcoreano ad opera della difesa aerea sovietica. Ciò avvenne a causa del cattivo funzionamento del sistema di navigazione dell’aereo che aveva portato lo stesso a sorvolare una zona interdetta al traffico civile. Tale accadimento rese evidente la necessità di consentire anche agli utenti civili uno strumento che garantisse la sicurezza della navigazione.

Nonostante la sua importanza, il GPS non è un sistema open source. Da ciò discende che i dati satellitari appartengono al Dipartimento della Difesa USA. Questo ne gestisce copertura ed erogazione e pertanto in determinati casi potrebbe, discrezionalmente e unilateralmente, anche optare per la riduzione della precisione o per il blocco selettivo dell’accesso al sistema.

Alla luce di ciò, nel suo sforzo di rendersi strategicamente indipendente e assurgere al ruolo di attore globale in grado di trattare su un piano di parità con lo storico alleato transatlantico, l’Unione Europea ha operato la scelta rivoluzionaria di creare un proprio sistema di navigazione satellitare: GALILEO. Galileo è un sistema duale, civile e militare e la condivisione dell’investimento e della proprietà che lo caratterizzano garantiscono continuità di utilizzo, accessibilità e interoperabilità del servizio. Dunque, Galileo rappresenta un miglioramento del GPS: si tratta, infatti, di un sistema open source i cui dati sono resi disponibili per chiunque voglia sfruttarli anche a fini commerciali.

Alla luce delle considerazioni svolte in precedenza, si comprende il valore strategico dello spazio, non solo per il presente ma soprattutto per il futuro. È in quest’ottica che va letto l’annuncio dell’Unione Europea di lanciare una nuova mega costellazione, IRIS² (Infrastructure for Resilience, Interconnectivity and Security by Satellite), che avrà l’obiettivo, reputato fondamentale, di garantire una connettività sicura. Le comunicazioni satellitari per scopi governativi, infatti, sono state individuate come uno degli elementi chiave della strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell’Unione. I servizi forniti non riguarderanno solo il territorio dell’Unione, ma anche altre zone geografiche strategicamente significative quali l’Africa, l’Artico, il Baltico, il Mar Nero, il Mediterraneo e l’Atlantico.

Ciò costituisce un’ulteriore dimostrazione di quanto, in un contesto geopolitico sempre più articolato e complesso, gli Stati reputino lo spazio elemento cruciale e strategico per affermare la propria supremazia, per garantire sicurezza e prosperità economica e per perseguire i propri obiettivi geopolitici.

Lo spazio, dunque, può essere considerato come “prosecuzione della politica terrestre attraverso mezzi diversi” e la competizione geopolitica tra le grandi potenze che si svolge sul suolo terrestre ha un riverbero diretto e indiretto anche al di fuori dell’atmosfera.

Tale competizione è resa tuttavia più complicata dalla mancanza effettiva di due blocchi contrapposti, come durante la Guerra Fredda, e dalla presenza di più attori, più o meno allineati, che perseguono obiettivi propri ed indipendenti. Questa situazione può indurci a considerare lo spazio un dominio operativo militare ed anche una piattaforma attraverso la quale si possono mostrare capacità e progressi tecnologici, elementi essenziali del soft power.

Possiamo quindi concludere, che lo spazio di ieri, fortemente presente nell’oggi, sarà determinante domani.

Bibliografia

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