Marco Lombardi alla Radio Svizzera Italiana sull’attacco a Sidney. Intervista al radiogiornale del 15 dicembre 2014, a partire dal 4° minuto.
Marco Lombardi alla Radio Svizzera Italiana sull’attacco a Sidney. Intervista al radiogiornale del 15 dicembre 2014, a partire dal 4° minuto.
La comunicazione di IS è sempre più strategica e ben condotta: di certo tra le miglia di combattenti occidentali di IS c’è qualcuno che si è formato nelle nostre università e nel Califfato non ha imbracciato l’AK47, ma utilizza gli strumenti per la post-produzione video.
E’ di ieri, 19 novembre, l’ultimo anello della catena.
Una delle major di IS, al-Hayat Media Center, ha lanciato via social un video di 7 minuti e 19 secondi intitolato “Cosa state aspettando” in cui sono protagonisti Abu Osama al-Faranci, Abu Maryam al-Faranci e Abu Salman al-Faranci: come si evince dal nome sono tre francesi che in lingua francese (ma con sottotioli in arabo e inglese) chiamano alla guerra giovani occidentali. “Ci sono a disposizione armi e automezzi e bersagli pronti per essere colpiti. C’è anche il veleno a disposizione, per avvelenare l’acqua e il cibo dei nemici di Allah. Uccideteli e sputagli in faccia e schiacciateli con le vostre automobili” proclama l’anchorman rivolgendosi ai giovani francesi.
Come spesso accade intorno a IS c’è scalpore e sorpresa: ingiustificata.
IS sta perseguendo i propri obiettivi secondo una strategia arguta e lineare, in cui combattimento, assassinio di massa, comunicazione, azione economica e politica convergono nel progetto di costituzione dello Stato Islamico. L’impiego dei combattenti stranieri si colloca in questo puzzle che non può stupire in quanto il disegno è evidente.
Dabiq è il magazine pubblicato da IS in cui si danno indirizzi religiosi, politici e strategici del Califfato. Sull’ultimo numero di Dabiq, a pagina 14, comincia un lungo articolo che giustifica la schiavitù delle donne catturate concludendo che “Prima che Shaytān riveli i suoi dubbi alle menti e ai cuori deboli, uno dovrebbe ricordarsi che rendere schiave le famiglie dei kuffār e prendere le loro donne come concubine è un aspetto fortemente riconosciuto dalla Sharī’ah.Se uno la rifiuta o la deride, è come se rifiutasse o deridesse i versi del Qur’ān e le narrazioni del Protefa (che la pace sia con lui) e quindi rifiutase l’Islam. In fine, un numero di studiosi contemporanei ha detto che l’abbandono della schiavitù ha comportato un aumento della fāhishah (adulterio, fornicazione, ecc.), perché la Sharī’ah non prevede alcuna alternativa al matrimonio, quindi un uomo che non può permettersi il matrimonio con una donna libera si trova circondato dalla tentazione del peccato. In aggiunta, molte famiglie musulmane che impiegano domestiche per i lavori di casa, affrontano la tentazione di una proibita intimità e la conseguente zinā tra l’uomo e la domestica. Qualora questa fosse sua concubina la relazione sarebbe legale. Queste ancora sono le conseguenze dell’abbandono della jihād.”
The recent Ottawa attack, where an active duty soldier was shot dead by a would-be “militant jihadist”, has brought to light an emerging targeting paradigm that is worth being addressed: has the military garrisoned in Western barracks been a suitable target by violent extremist networks in recent years? In other words, could it be considered a new objective of opportunity within the category “soft-target”? Continue reading
Marco Lombardi su IS ad Adam Kadmon Rivelazioni in onda su Italia 1 (puntata del 26 ottobre 2014)
E’ di oggi la notizia con la quale WikiLeaks annuncia: “Avevamo dato l’allarme da tempo con tremila documenti diffusi” e prosegue nella sua (di WikiLeaks) propaganda mediatica con un video di promozione delle proprie capacità anticipatorie.
Oggi è caduta Ayn al-Arab, la “Primavera degli Arabi”, quella che i media chiamano alla curda Kobanê, nel governatorato di Aleppo in Siria, nell’area di controllo di IS, dove Emirato di Aleppo e Califfato si confondono. Il fatto è che Kobanê è sul confine turco, dal quale si godeva fino a poco fa lo spettacolo dei combattimenti, tra i carri turchi schierati e le truppe impegnate ad allontanare i curiosi, i fuggitivi e coloro i quali – curdi – volevano recarsi a combattere nella città.
2 ottobre 2014- Marco Lombardi intervistato su IS e la sua comunicazione alla puntata di “Caffè Mondo”, la trasmissione radiofonica nata dalla collaborazione tra www.oltreradio.it e www.lastampa.it Ogni giorno in diretta, dal lunedì al venerdì dalle 9.30. Aggiornamenti in tempo reale sull’attualità internazionale, una rassegna dei più importanti media nel mondo, ospiti, testimonianze e storie dal mondo. A cura di Francesca Sforza e Micol Sarfatti.
IS infila un altro anello della sua lunga collana di perle nel progetto di comunicazione strategica: John Cantlie compare in video per il suo terzo annuncio. Cantlie è nelle mani di IS dal 22 novembre 2012, quando venne rapito con il povero Foley. Aveva già sperimentato un breve rapimento – una settimana – nel luglio dello stesso anno. La seconda volta è diventato un prigioniero a lungo termine, scelto come anchorman della comunicazione di IS all’Occidente.
Scrissi, dopo la prima, che ci sarebbero state altre decapitazioni. Oggi e’ toccato al francese Gourdel. Ma in Algeria.
Intervista su Radio Vaticana: “delle dinamiche della coalizione internazionale e delle prospettive del dopo intervento armato, Fausta Speranza ha parlato con Marco Lombardi, docente di Politiche della Sicurezza all’Università Cattolica di Milano”.