Skripal: morte di una spia in UK. Quale scenario e perché? – by Marco Lombardi

La storia la conoscono tutti, per gli effetti che sta avendo nel sistema politico internazionale. La spia russa Serghej Skripal e sua figlia Yulia sono morti avvelenati da un agente nervino, il 4 marzo scorso, al ristorante Zizzi, nel centro di Salisbury.Oggi la Russia è definita “persona non grata” e la Gran Bretagna con USA ed Europa stanno espellendo oltre 100 diplomatici russi. Proviamo a rileggere la storia.

Premessa

Sergej Viktorovič Skripal è di Kiev, dove nacque il 23 giugno 1951. A ventuno anni diventa paracadutista guastatore, entra in accademia e poi trasferito al GRU, il Direttorato principale per l’informazione, l’intelligence delle forze armate russe. Che lascia da pensionato nel 1999 per collaborare con il Ministero degli Esteri russo. Nel 2004 viene arrestato e accusato di alto tradimento perché dal 1995 è al soldo del servizio segreto di sua Maestà, MI6. Negli anni di servizio per gli inglesi ha fornito informazioni sulle identità di numerosi agenti, oltre a documenti segreti sugli obiettivi militari russi, guadagnando un centinaio di migliaia di dollari. Al processo si dichiara colpevole, viene condannato a 13 anni e privato della cittadinanza. Insieme ad altri quattro condannati per spionaggio a favore di USA e UK è stato condonato e scambiato con 10 cittadini russi arrestati in USA nel 2010, anche loro per spionaggio. Skripal si trasferisce con moglie e figli a Salisbury, dove viveva il suo reclutatore dell’MI6, garantito dal Governo inglese, facendo attività di formazione e consulenza sull’intelligence.

Scenario 1.

Domenica 4 marzo 2018, ore 16:15. A Salisbury la giornata comincia a spegnersi, rifrescando rapidamente gli otto gradi di temperatura del mezzogiorno. Sono gli ultimi momenti per passeggiare al parco, le previsioni danno probabile una leggera neve. Skripal e sua figlia sono trovati svenuti su una panchina dello shopping center, dopo aver pranzato al ristorante italiano Zizzi ed essere usciti da un pub vicino. In realtà sono in coma per un avvelenamento da gas nervino, che contamina altre 21 persone. Le indagini identificano l’agente chimico in un gas della classe novichok, prodotto in Russia negli anni Settanta, classificato di “quarta generazione” e tra i più potenti realizzati. Si tratta comunque di un gas stabile che è stato trasportato dalla stessa figlia di Skripal, Yulia, nella propria valigia, a sua insaputa. Yulia era arrivata il giorno prima, come ogni anno, per ritrovarsi col padre in occasione dell’anniversario della morte della mamma. Il novichok in forma liquida sarà stato versato, magari come profumo, su un ambito che indossavano, uccidendo più lentamente del solito, ma inesorabilmente, in ospedale dove i due sono ricoverati.

Scenario 2.

Domenica 4 marzo 2018, un’ora dell’imbrunire. A Salisbury, Skipral si dirige verso il ristorante italiano Zizzi, in Castel Street, a due passi dallo shopping center sul fronte del fiume Avon. Ha lasciato l’auto al parcheggio e deve attraversare il piccolo parco che si trova tra i due bracci del fiume. La temperatura del mezzogiorno è diventata quella fredda del tardo pomeriggio e la neve sta per scendere: col freddo non c’è nessuno. Skipral non attraverserà mail il parchetto: una pistola calibro 9×18, con una azione ravvicinata, lo fredda. Viene scoperto a notte inoltrata per caso. Si ritrovano un paio di bossoli espulsi, un po’ più cicciottelli dell’atteso: un colpo 9mm occidentale ci balla dentro, serve almeno un .365”. Insomma quel 9×18 sembrerebbe essere una cartuccia per la vecchia Makarov, grande e affidabile semiautomatica ad azione mista della Guerra Fredda, prodotta in Unione Sovietica e satelliti.

Scenario 3.

Domenica 4 marzo 2018, un’ora tarda, ma ancora da agenda domenicale inglese. A Salisbury, Skipral lascia il ristorante italiano Zizzi, in Castel Street, a due passi dallo shopping center sul fronte del fiume Avon che deve attraversare sul ponticello pedonale per raggiungere il parco tra i due bracci del fiume. Ha lasciato l’auto al parcheggio e per raggiungerla deve passare per il piccolo parco che si trova tra i due bracci del fiume. Non ci arriverà mai: viene assalito sul ponticello, deserto: sembra una rapina finita male, ritrovato colpito da un paio di proiettili e senza documenti e portafoglio.

Conclusioni.

Le tre narrazioni, di cui la prima è quella che tiene le pagine dei giornali in questi giorni, rappresentano tre diversi livelli di comunicazione: contengono una sorta di “metadati” nella loro struttura narrativa che rendono interessante l’interpretazione dell’omicidio di Sergej Viktorovič Skripal. Infatti:

  • si tratta di tre scenari possibili che portano tutti al medesimo esito: la morte di Skripal;
  • Skripal è una ex spia, un traditore per molti: la spia che tradisce sa di non essere mai la sicuro, di essere perennemente sulla lista nera delle possibili morti premature: ci sarà sempre chi vuole regolare i conti. Lo sa lui, lo sanno coloro i quali sono stati traditi, lo sanno coloro i quali lo proteggono. La sua morte è una probabilità costante e concreta: non sorprende più di tanto, non fa troppa paura alla gente perché “son faccende tra spie”;
  • lo scenario 1 propone una morte con un gas nervino: con un agente chimico bandito (formalmente) da ogni conflitto, intorno al quale è consolidata tutta la paura irrazionale della morte fantasma delle armi NBCR. Il nervino non uccide solo il sistema biologico, ma sconvolge l’opinione pubblica perché è l’inimmaginabile, il negato, il non ammissibile. Inoltre, questo tipo di nervino ha un marchio di fabbrica: è stato fabbricato in Russia. Dunque lo scenario 1 ha una chiara firma e fa una enorme paura perché concretizza lo paura della morte nel sottolineare il processo che si conclude con essa;
  • lo scenario 2 propone una morte che ha il sapore del regolamento di conti, certificato da un’arma che ha origini e utilizzo specifici, roba sovietica. E’ chiaro che il regolamento dei conti rimanda al passato di spia del morto e che i russi sono probabilmente coinvolti. Dunque lo scenario 2 ha una chiara firma ma, in fin dei conti, non poteva che toccare a lui. Amen.
  • lo scenario 3 riapre riapre il dibattito sull’aumento della criminalità violenta in Wiltshire, registrato dalla polizia in questi ultimi due anni. I cittadini non si sentono più sicuri. In pochi notano alcuni approfondimenti sul caso che riguardano il passato di Skripal, un ex spia russa che passava la vecchiaia a Salisbury. Dunque lo scenario 3 si colloca nel quotidiano tema della criminalità, fa paura un po’ a tutti, ma non ha effetti “collaterali”.

La questione interpretativa del caso Skripal, dunque, si concentra sui “metadati” dei tre scenari possibili della morta della spia.

Quale scenario preferire e perché?

Poiché nulla viene lasciato al caso, la scelta di uno dei tre scenari, identici nel risultato che interessa a Skripal, sottintende le intenzioni dell’assassino, meglio del suo mandante, che ha utilizzato la morte della spia ambientata nello Scenario 1 per

  • mandare un messaggio chiaro e minaccioso nel contesto della guerra ibrida in atto, quando il sistema di alleanze è in corso di riallineamento;
  • testare l’unità di un fronte potenziale avverso, nella coerenza reciproca della risposta alla minaccia, per capire il principio d’ordine che lo regge;
  • inasprire il confronto tra i diversi attori, in un gioco di rilancio al rialzo dei toni che, per ora, si misura sul numero delle espulsioni dei “diplomatici”.

Quanto sopra vale quale sia l’autore.