Le nuove ondate del terrorismo islamico, che tengono alta l’attenzione internazionale da più di due mesi sono una drammatica dimostrazione di come le organizzazioni criminali possano affinare sempre più mezzi, strumenti e modalità di comunicazione e reclutamento per commettere le loro attività terroristiche ed imporsi sullo scenario politico mondiale.Tutto questo è strettamente connesso a peculiari dinamiche di resilienza e capacità di organizzazione, che spesso vengono poco considerate.
Jihad e propaganda. L’esperto: l’Is abile a manipolare i media – Marco Lombardi a Radio Vaticana
Non si arresta la battaglia in Siria, Iraq e Libia contro i gruppi jihadisti del sedicente Stato Islamico. Senza sosta, in tutto il mondo, il reclutamento dei terroristi, mentre sui media continuano rimbalzare le immagini choc della propaganda jihadista. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Marco Lombardi, professore di Sociologia e comunicazione presso l’Università Cattolica e direttore del centro per lo studio del terrorismo dell’ateneo milanese.
Il testo trascritto alla pagina di Radio Vaticana.
Iraq, niente di cui stupirsi – by Marco Lombardi
Pubblicato su Cattolica News il 28 agosto 2014. Dopo le macabre immagini dell’esecuzione del giornalista americano, il professor Marco Lombardi spiega che tutto si svolge secondo un copione ampiamente prevedibile, dall’atrocità all’uso della Rete da parte dell’Isis/Is: “Iraq, niente di cui stupirsi“.
Marco Lombardi a Uno Mattina
Guarda il video dell’intervista a Marco Lombardi (ITSTIME) e Stefano Silvestri (IAI) sul tema “Reclutamento dei jihadisti in Italia”
Fonte: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6f142e52-42f3-4418-8e0e-5e3bdb76b49b.html
The Australian counter-measures to the Islamic State challenge – by Matteo Vergani
The Islamic State allure reached as far as Australia, as demonstrated by the intensity of the public discussion on the issue in the Australian media[1]. The Australian authorities not only fear that young people (a few converts but mainly Muslim immigrants and second-third generations) could answer the call and go to fight with IS, but also that the returnees with Australian passport could come back radicalized from the war and perpetrate a terrorist attack on Australian soil. ASIO (the Australian intelligence service) estimates that about 60 Australians are fighting in Syria and Iraq, 15 have died there (2 of which as suicide bombers), and tens have already returned.
Let’s do something before terrorist narrative becomes a bestseller – by Alessandro Burato
Once upon a time, there was an exotic land surrounded by mystery and ancient stories. That was the land of Caliphs, the land of philosophers and historians, where culture, literature and faith flourished and where people lived in peace. On day, that land started being threatened: barbarian infidel invaders were trying to take it and to subvert its status. So a man, a brave man, step up to fight against them. He put together an army of fighters, as brave as him, to defeat the invaders and to restore the original peace. After unrestrained battles he eventually won the war and achieved his aim: green fields and no more cruelty on his land where people could live their daily life in peace.
Jihad, l’esperto di media: “Rap tra forme di comunicazione per fare proselitismo”
Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 27 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Evidentemente non è che sono i rapper degli jiahdisti – dice Lombardi –, ma è quel tipo di musica che può facilmente veicolare un certo tipo di messaggio, all’interno di un ben determinato ceto sociale”. “Togliamoci dalla mente – continua il professore di comunicazione – che abbiamo a che fare coi una comunicazione naif. I terroristi, assieme alle armi, hanno un sacco di professionalità a disposizione, comprese esperti in comunicazione”.
Marco Lombardi su Wired: “Quello strano rapporto tra jihad, rap e video musicali“, 27 agosto 2014.
Isis, la denuncia: “Intelligence algerina ha identificato 130 infiltrati tra i profughi”
Intervista di Marco Lombardi a Il fatto Quotidiano, il 26 agosto 2014: cliccare per ascoltare l’intervista: “Esiste una rete collegata al terrorismo islamico che utilizza i barconi che giungono sulle nostre spiagge per introdurre in Europa persone formate dall’Isis in Siria e in Iraq con lo specifico compito di portare la Jihad in occidente“. A sostenerlo è il professor Marco Lombardi, docente dell’Università Cattolica di Milano e coordinatore dell’istituto Itstime (Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies) che cita una fonte dei servizi segreti algerini che parla “di 130 persone già schedate che avevano questo compito”.
Marco Lombardi su RaiNews: “Brochure turistiche e comunicazione, lo “Stato islamico” e la strategia del terrore“, 26 agosto 2014. Oppure leggi il pdf dell’intervista.
Marco Lombardi su Il Fatto Quotidiano: “Emulazione e video splatter, la guerra santa spopola sul web“, 26 agosto 2014.
Ebola: is it real? Risk communication under scrutiny – by Alessandro Burato
Everything probably stared with the death of a two years old child on the 6th of December in Guéckédou, Guinea. The cause of the death was an infection with the Ebola virus [1]. Since then, the spread of the pandemic has become “viral” with more than 2.400 suspected or confirmed cases and 1.350 deaths reported by the WHO on the 20th August 2014 [2].